<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/336&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20130712202311</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/336&oldid=-20130712202311
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 336 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 398modifica] trionfò il cristianesimo della filosofia, dell’apatia che aveva spento tutti gli errori passati? I lumi di quel tempo non erano 1°, né stabili, definiti e fissi; 2°, né estesi e divulgati; 3°, né profondi come ora; conseguenza naturale della maggiore esperienza, della stampa, del commercio universale, delle scoperte geografiche, che non lasciano piú luogo a nessun errore d’immaginazione, dei progressi delle [p. 399modifica]scienze, i quali si danno la mano in modo, che si può dire che ogni nuova verità scoperta in qualunque genere influisca sopra lo spirito umano. Quei lumi erano bastati a spegnere l’error grossolano delle antiche religioni, ma non solamente permettevano, anzi si prestavano ad un error sottile. E quel tempo appunto per li suoi lumi inclinava al metafisico, all’astratto, al mistico, e quindi Platone trionfava in quei tempi. Vedi Plotino, Porfirio, Giamblico, e i seguaci di Pitagora, anch’esso astratto e metafisico. L’Oriente poi, non solo allora, ma antichissimamente, aveva inclinato alla sottigliezza ed anche alla profondità e verità nella morale e nel resto. Egiziani, cinesi, Vecchio Testamento ec. ec. A distrugger l’error piú