<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3332&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20161208074735</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3332&oldid=-20161208074735
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 3332 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 322modifica] quasi ciò fosse poco, converrebbe in prima necessariamente aprirsi la via col ristorare la lingua italiana e dare all’Italia una lingua nazionale moderna, quasi questa ancora non fosse per se sola un’impresa sufficiente a una vita intera e ad un eccellente ingegno. [p. 323modifica]Tanta è la difficoltà di condurre a termine due imprese di questa sorta, il che dovrebb’esser pure necessariamente lo scopo e l’istituto di qualunque letterato italiano degno di questo nome; e d’altronde egli è cosí vero che la letteratura e la lingua mai non si scompagnano, né l’una dall’altra si dissomigliano, e ch’egli è quasi impossibile di scrivere perfettamente, e in forma che paia spontanea, una lingua per solo studio apparata o fabbricatasi; che io siccome so certo che l’Italia non avrà propria letteratura moderna finch’ella non avrà lingua moderna nazionale, cosí mi persuado che tal lingua ella non avrà mai finché non abbia tale letteratura: onde (se pur dobbiamo sperarlo) nata una letteratura