[p. 323 modifica] moderna italiana, seco a paro nascerà una moderna lingua, e quindi di mano in mano cresceranno ambedue a poco a poco, l’una insieme coll’altra e in virtú dell’altra scambievolmente, ma piú la lingua in virtú della letteratura, che questa per l’aiuto di quella. E cosí con mio dispiacere predíco che seppur avremo mai piú lingua moderna propria, questa non nascerà dall’antica né a lei corrisponderà, ma, nascendo dalla nuova letteratura, a questa sarà conforme: ed essendo di origine straniera, ci si verrà a poco a poco appropriando e pigliando forme nazionali (quai ch’elle saranno per essere; non già le antiche) a proporzione che la nuova letteratura diverrà nazionale e metterà radice in Italia, e si nutrirà e crescerà del nostro terreno, e produrrà frutti proprii italiani. A questo mi conduce il considerare che né i nostri antichi scrittori né i moderni o antichi di nazione alcuna presente o passata, furono mai pensatori, originali ec., scrivendo in altra lingua che in quella del loro secolo e in quella usata generalmente