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[p. 396 modifica] nel sistema della natura è che l’errore e l’ignoranza è necessaria alla felicità delle cose, perché l’ignoranza e l’errore è voluto, [p. 397 modifica]dettato e stabilito fortemente da lei e perch’ella insomma ha voluto che l’uomo vivesse in quel tal modo in cui ella l’ha fatto. E non perché l’uomo ha voluto speculare il fondo delle cose, contro quello che doveva anzi poteva fare naturalmente, perciò è meno vero ch’egli doveva ignorare quello che ha scoperto, e che la sua felicità sarebbe stata vera, se egli avesse errato, e ignorato quelle verità che cosí considerate riescono indifferenti all’uomo, e che la natura ha seguite, ma segretamente, nel suo sistema, perché gli erano necessarie, (16 novembre 1820) o perché cosí gli è piaciuto.

*    La natura può supplire e supplisce alla ragione infinite volte, ma la ragione alla natura non mai, né anche quando sembra produrre delle grandi azioni; cosa assai rara: ma anche allora la forza impellente e movente non è della ragione, ma della natura. Al contrario togliete le forze somministrate dalla natura, e la ragione sarà sempre inoperosa e impotente.