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(333-334) | pensieri | 397 |
luto, dettato e stabilito fortemente da lei e perch’ella insomma ha voluto che l’uomo vivesse in quel tal modo in cui ella l’ha fatto. E non perché l’uomo ha voluto speculare il fondo delle cose, contro quello che doveva anzi poteva fare naturalmente, perciò è meno vero ch’egli doveva ignorare quello che ha scoperto, e che la sua felicità sarebbe stata vera, se egli avesse errato, e ignorato quelle verità che cosí considerate riescono indifferenti all’uomo, e che la natura ha seguite, ma segretamente, nel suo sistema, perché gli erano necessarie, (16 novembre 1820) o perché cosí gli è piaciuto.
* La natura può supplire e supplisce alla ragione infinite volte, ma la ragione alla natura non mai, né anche quando sembra produrre delle grandi azioni; cosa assai rara: ma anche allora la forza impellente e movente non è della ragione, ma della natura. Al contrario togliete le forze somministrate dalla natura, e la ragione sarà sempre inoperosa e impotente. (334)
* Non c’é uomo costituito in carica o dignità, il quale confessi di averla cercata e non dica o voglia fare intendere d’esserne stato rivestito spontaneamente anzi contro sua voglia ec. Gl’incarichi, le dignità, gli onori, ciascuno li cerca e nessuno gli ha cercati.
* Laerzio, Vit. Speusippi, l. 4, segm. 2, dice di Speusippo: Οὗτος πρῶτος, καθὰ φησι Διόδωρος ἐν ἀπομνημονευμάτων πρώτῳ, ἐν τοῖς μαθήμασιν ἐθεάσατο τὸ κοινὸν καὶ συνῳκείωσε καθ᾽ὅσον ἦν δυνατὸν ἀλλήλοις. Questo è notabile nei progressi dello spirito umano. Ma non so quanto sia vero, perché Platone aveva già riunite e legate nel suo sistema filosofico la fisica (compresa l’astronomia), la metafisica, la morale, la politica e le matematiche. È noto fra le altre cose il motto della sua scuola: Νon entri nessuno se non è geometra. Vedi la nota d’Is. Casaubono al detto passo. (17 novembre 1820).