Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3322
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sono stati sufficienti, né per originalità né per numero, a darle una lingua nazionale moderna, nello stesso modo ch’ei non sono stati sufficienti a fare ch’ella avesse una letteratura moderna nazionale.
E quanto alla lingua, l’insufficienza loro a far che l’Italia n’avesse una moderna sua propria, è venuta principalmente da questa cagione. Trovando interrotta in Italia la letteratura, essi hanno trovato interrotta la lingua illustre; antica quella, antica ancor questa. Una lingua antica non può esser buona a dir cose moderne, e dirle, come devesi, alla moderna: né la nostra lingua in particolare era buona ad esprimere le nuove cognizioni, a somministrare il bisognevole a tanta e sí vasta novità. Introducendosi fra noi a poco a poco la notizia delle letterature e discipline straniere, que’ pochi italiani, ch’eccitati da queste nuove cognizioni si trovarono un capitale di mente da poter loro aggiungere qualche cosa di loro; quei molti che invaghiti della novità, o mossi da qualunque altro motivo, deliberarono,