Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3295
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n’é anzi in proporzione inversa; egli è segno ed effetto o della scarsezza e languidezza primitiva, o dello scemamento e affievolimento dell’amor proprio; egli abbonda maggiormente ed è maggiore ne’ secoli, ne’ popoli, nel sesso, negl’individui e nelle età di questi, in che la vita è minore, e quindi l’amor proprio piú scarso, piú debole e freddo.
Conchiudo in secondo luogo che i vecchi e maturi, i moderni, gl’insensibili, le donne hanno maggiore egoismo e minore e men vivo amor proprio che i fanciulli e i giovani, gli antichi, i sensibili, gli uomini (perocché quelli hanno men vita o vitalità, e l’egoismo è qualità o passione morta, ossia men vitale che si possa).1 E che per questa cagione sono naturalmente e men disposti e meno soliti di sacrificarsi per chi o per che che sia, di compatire efficacemente o inefficacemente, di beneficare, di adoperarsi per altrui: il che si vede effettivamente essere, e non può negarsi (altrettanto dicasi dei deboli e dei forti, degl’infelici abitualmente e degli abitualmente fortunati, e simili; tutte qualità
Note
- ↑ Da queste teorie séguita che le bestie, avendo meno vita dell’uomo, perocché hanno meno spirito e piú del materiale, e di ciò ch'esiste e non vive ec., debbano aver meno amor proprio, e piú egoismo; e cosí è infatti: e che tra loro la specie men viva, come il polipo, la lumaca ec. dev’esser la piú egoista: e che scendendo ai vegetabili e quindi per tutta la catena delle creature, si può dir che piú scema la vita piú cresca l’egoismo, onde l’éssere il piú inorganizzato, sia in certo modo il piú egoista degli esseri ec.