<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3255&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20170412083344</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3255&oldid=-20170412083344
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 3255 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 275modifica]all’istituzione d’una lingua[p. 276modifica]universale, opuscolo stampato in Roma, e poi dal medesimo autore rifuso nell’Appendice 2a al capo 11° del libro III del Saggio filosofico di Giovanni Locke su l’umano intelletto compendiato dal Dott. Winne, tradotto e commentato da Francesco Soave C. R. S., tomo II, intitolato Saggio sulla formazione di una Lingua Universale), la qual lingua o maniera di segni non avrebbe a rappresentar le parole, ma le idee, bensí alcune delle inflessioni d’esse parole (come quelle de’ verbi), ma piuttosto come inflessioni o modificazioni delle idee che delle parole, e senza rapporto a niun suono pronunziato, né significazione e dinotazione alcuna di esso. Questa non sarebbe lingua, perché la lingua non è che la significazione delle idee fatta per mezzo delle parole. Ella sarebbe una scrittura, anzi nemmeno questo, perché la scrittura rappresenta le parole e la lingua, e dove non è lingua né parole quivi non può essere scrittura. Ella sarebbe un terzo genere, siccome i gesti non sono né lingua né scrittura, ma cosa diversa dall’una e dall’altra. Quest’algebra di linguaggio (cosí nominiamola),