Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3237
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lingua, la piú ricca, la piú feconda, la piú facile a produrre, la piú libera, la piú avvezza e meno intollerante di novità, ed oltre a questo, nel piú florido, perfetto ed aureo secolo d’essa lingua, e quasi ancora nel piú libero e creatore. Nondimeno a Platone parve scarsa a’ bisogni dell’esatto filosofare la stessa lingua greca nel suo miglior tempo, e trattando materie sottili egli ebbe bisogno di parere ardito agli stessi greci in quel secolo, e di fare scusa e addur la ragione del suo coniar nuove voci. Né certo si dirà che Platone le coniasse o per trascuratezza e poco amore della purità ed eleganza della lingua, di ch’egli è fra gli attici il precipuo modello, né per ignoranza d’essa lingua e povertà di voci derivante da questa ignoranza (22 agosto 1823).
* Chiunque esamina la natura delle cose colla pura ragione, senz’aiutarsi dell’immaginazione né del sentimento, né dar loro alcun luogo, ch’è il procedere di molti tedeschi1 nella filosofia, come dire nella metafisica e nella politica, potrà ben quello che suona il vocabolo analizzare,
Note
- ↑ Cosí anche parecchi inglesi e generalmente tutti coloro che non sono assuefatti e non conoscono altro che studi e cose esatte. Ma certo è che di tali filosofi, metafisici, politici, matematici ed aridi, ve n’ha piú copia fra’ tedeschi e dipoi fra’ gl’inglesi che altrove, come in Francia o in Italia.