<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3228&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20170112101326</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3228&oldid=-20170112101326
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 3228 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 258modifica] produr negli uditori queste siffatte sensazioni ch’essi mai non provarono né proveranno. Nol vogliono, perché, appunto non conoscendo tali sensazioni, nulla o ben poco le stimano, né altro fine si propongono che il diletto superficiale e il grattar gli orecchi, al che di gran lunga pospongono le grandi e nobili e forti emozioni, di cui mai non fecero esperimento. Ma che maraviglia? quando gli antichi musici erano i poeti, quegli stessi che per la sublimità de’ concetti, per la eleganza e grandezza dello spirito brillano nelle carte che di loro ci rimangono, o perdute queste coi ritmi da loro inventati e applicativi, vivono immortali i loro nomi nella memoria degli uomini, e ciò talora eziandio per egregi e magnanimi fatti? E quando all’incontro i moderni musici, stante le circostanze della loro vita e delle moderne costumanze a loro riguardo, sono per corruzione, per delizie, per mollezza e bassezza d’animo il peggio del peggior secolo che nelle storie si conti? la feccia della feccia [p. 259modifica]delle generazioni? Da vita, opinioni e costumi vili, adulatorii, dissipati,