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(3228-3229-3230) | pensieri | 259 |
delle generazioni? Da vita, opinioni e costumi vili, adulatorii, dissipati, (3229) effeminati, infingardi, come può nascer concetto alto, nobile, generoso, profondo, virile, energico? Ma questo discorso porterebbe troppo innanzi, e condurrebbe necessariamente al parallelo della musica e de’ musici colle altre arti e loro professori, a quello della moderna musica coll’antica, e delle moderne usanze colle antiche relative al proposito; e finalmente a trattare della funesta separazione della musica dalla poesia e della persona di musico da quello di poeta, attributi anticamente, e secondo la primitiva natura di tali arti, indivise e indivisibili (vedi il Viaggio d’Anacarsi, l. c., particolarmente l’ultima nota al c. 27). Il qual discorso da molti è stato fatto, e qui non sarebbe che digressione. Però lo tralascio.
Tornando al nostro primo proposito, il qual fu di mostrare che l’armonia o convenienza scambievole de’ tuoni nelle loro combinazioni successive è determinata, siccome ogni altra convenienza, dall’assuefazione; si vuol notare che quest’assuefazione, in fatto di melodie (come anche di armonie) non è sempre αὐτόματος del popolo, (3230) ma bene spesso in lui prodotta e originata dalla stessa arte musica. Perocché a forza di udir musiche e cantilene composte per arte (il che a tutti piú o meno accade), anche i non intendenti, anzi affatto ignari della scienza musicale, assuefanno l’orecchio a quelle successioni di tuoni che naturalmente essi non avrebbero né conosciute né giudicate per armoniose (o ch’elle sieno inventate di pianta dagli uomini dell’arte, o da loro fabbricate sulle melodie popolari, e di là originate), in virtú della quale assuefazione, essi giungono a poco a poco, e senza avvedersi del loro progresso, a trovare armoniose tali successioni, a sentirvi una melodia, e quindi a provarvi un diletto sempre maggiore, e a formarsi circa le melodie una piú capace, piú varia, piú estesa