<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3147&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20161203123024</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3147&oldid=-20161203123024
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 3147 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 209modifica] vivo, continuo e durabile. [p. 210modifica]Quello spirito dell’Italia e dell’Europa cristiana verso gl’infedeli (e, diciamolo ancora, verso il cristianesimo) che disopra ho descritto, che regnò al tempo del Tasso e ne’ precedenti, che in lui ancora grandemente potè, che ispirò e produsse la Gerusalemme, è totalmente sparito e perduto, e le nostre condizioni a questo riguardo sono affatto cangiate in tutta l’Europa. Nullo è dunque oggidí l’interesse della Gerusalemme. Dico che la Gerusalemme non ha piú realmente veruno interesse finale e principale, cioè non ispira piú quell’interesse ch’ella principalmente e per istituto si propone d’ispirare; perocché esso non ha piú luogo negli animi de’ lettori, affatto cangiati come sono, né può piú nascere in alcuno quell’interesse, essendo mutate e quasi volte in contrario le circostanze. Benché certo la Gerusalemme al suo tempo ispirò moltissimo interesse, e forse maggiore che l’Eneide al tempo suo, ed oltre di questo universale nelle cólte nazioni,