<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3129&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20161204090815</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3129&oldid=-20161204090815
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 3129 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 199modifica] a deporre le differenze scambievoli e collegarsi insieme per liberar da’ cani1 il Sepolcro e distruggere il nemico de’ cristiani, e vendicar le ingiurie e i danni ricevutine. Questo era in quel secolo il vóto generale cosí delle persone cólte ancorché non dotte, come ancora, se non de’ gabinetti, certo di tutti i privati politici, che in quel secolo di molta libertà della voce e della stampa, massimamente in Italia, non eran pochi;2 e di questo voto si faceva [p. 200modifica]continuamente materia alle scritture e allusioni digressioni ec., e di quel progetto o sogno che vogliam dire si riscaldava l’immaginazione de’ poeti e de’ prosatori, e se ne traeva l’ispirazione dello scrivere. Niente meno che fosse nell’ultimo secolo della libertà della Grecia fino ad Alessandro, il desiderio, il vóto, il progetto di tutti i savi greci, la concordia di quelle repubbliche, l’alleanza loro e la guerra contro il gran re e contro il barbaro impero persiano perpetuo nemico dell'uomo greco. E come Isocrate
↑Erano allora i politici privati piú di numero in Italia che altrove, l’opposto appunto di oggidí, perché pure al contrario di oggidí era in quel secolo maggiore in Italia che altrove, e piú comune e divulgata nelle diverse classi, la coltura e l’amor delle lettere e scienze ed erudizione per una parte (le quali cose tra noi si trattavano in lingua volgare, e tra gli altri per lo piú in latino, fuorché in Ispagna) e per l’altra una turbolenta libertà fomentata dalla moltiplicità e piccolezza degli stati, che dava luogo a poter facilmente trovar sicurezza e impunità, col passare i confini e mutar soggiorno, chi aveva o violate le leggi, o troppo liberamente parlato o scritto, o offeso alcun principe o repubblica nello stato italiano in ch’ei dapprima si trovava.