<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/311&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20130712192206</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/311&oldid=-20130712192206
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 311 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 382modifica] colla sua [p. 383modifica]vita, come ora che tutto il mondo è sapiente e le cognizioni son proprie di tutte le classi. Del resto, sebbene la morale per se stessa è piú importante e piú strettamente in relazione con tutti di quello che sia la politica, contuttociò, a considerarla bene, la morale è una scienza puramente speculativa, in quanto è separata dalla politica: la vita, l’azione, la pratica della morale dipende dalla natura delle istituzioni sociali e del reggimento della nazione: ella è una scienza morta, se la politica non cospira con lei, e non la fa regnare nella nazione. Parlate di morale quanto volete a un popolo mal governato; la morale è un detto e la politica un fatto: la vita domestica, la società privata, qualunque cosa umana prende la sua forma dalla natura generale dello stato pubblico di un popolo. Osservatelo nella differenza tra la morale pratica degli antichi e de’ moderni sí differentemente governati (9 novembre 1820). Oltracciò, il comune è bensí illuminato e riflessivo al dí d’oggi ma non profondo; e sebbene la politica domanda forse maggior profondità di lumi e di riflessioni che la morale, contuttociò il suo aspetto e superficie offre un campo piú facile agl’intelletti volgari, e generalmente la politica si presta