<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3085&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20161204085848</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3085&oldid=-20161204085848
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 3085 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 176modifica] arte, la poesia ec. Ora egli è tutto il contrario in natura. Perciocché la delicatezza, non solo relativamente, cioè quella tal delicatezza che la nostra immaginazione e il nostro concetto del bello esige nelle forme umane, e quel tal grado e misura ch’esso concetto n’esige, ma la delicatezza assolutamente, è per natura brutta nelle forme umane, cioè sconveniente a esse forme. Giacché l’uomo per natura doveva essere, e l’uomo naturale è tutto [p. 177modifica]il contrario che delicato di forme. Anzi rozzissimo e robustissimo, come quello che dalla necessità di provvedere a’ suoi bisogni giornalmente è costretto alla continua fatica, e dal sole e dalle intemperie degli elementi è abbronzato e irruvidito. E la delicatezza gli nuocerebbe; onde s’egli pur accidentalmente sortisce una persona delicata dalla nascita, questo è un male e un difetto fisico per lui, e quindi una sconvenienza e bruttezza fisica,