<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3083&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20161204085841</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3083&oldid=-20161204085841
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 3083 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 175modifica] la natura dell’uomo, anzi d’ogni vivente, è quasi fisicamente impossibile che chi ha potere assoluto sopra i suoi simili, non ne abusi; vale a dire, è impossibile che non se ne serva piú per se che per gli altri, anzi non trascuri affatto gli altri per curarsi solamente di se, il che è né piú né meno la sostanza e la natura del despotismo, e il contrario appunto di quello che dovrebb’essere e mai non fu né sarà né può essere la vera e buona monarchia, ente di ragione e immaginario. Ora egli è parimente certo, almeno lo fu per gli antichi, e lo è per tutti i savi moderni, che [p. 176modifica]il peggiore stato politico possibile e il piú contrario alla natura è quello del despotismo. Altrettanto certo si è che lo stato politico influisce per modo su quello della società, e n’é tanta parte, ch’egli è assolutamente impossibile ch’essendo cattivo quello, questo sia buono, e che quello essendo imperfetto, questo sia perfetto, e che dove quello è pessimo, non sia pessimo questo altresí. Or dunque lo stato