<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3068&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20161204085623</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3068&oldid=-20161204085623
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 3068 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 166modifica] i libri del cinquecento del seicento, e anche de’ principii del settecento dimostrano quanto la lingua italiana fosse divulgata. Nondimeno ella ha lasciato ben poche o niuna parola agli stranieri (eccetto alcune tecniche, militari, di belle arti ec. che spettano ad altro discorso) mentre la lingua francese tanti vocaboli e frasi e modi e forme ha comunicato e comunica a tutte le lingue cólte d’Europa, e in esse le ha radicate e naturalizzate per sempre, e continuamente ne radica e naturalizza. Segno che la letteratura è debol fonte e cagione e soggetto di universalità per una lingua, perocché una lingua universale per la sola letteratura (e per questo lato fu veramente universale l’italiana a que’ tempi, quanto mai lo sia stato alcun’altra fra le nazioni civili) non rende διγλώττους le nazioni[p. 167modifica]in ch’ella si spande, e non è mai se non materia di studi e di erudizione (παιδείας). Quindi poco profonde radici mettono nell’altre lingue le sue parole: e terminata l’influenza della sua letteratura