<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3003&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20161204064004</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3003&oldid=-20161204064004
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 3003 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 127modifica] proposito. Vedi Forcellini in occino, occento, occentus, occano, obcantatus, obcanto. Io dubito anche molto che quelle voci che si dicono derivate da sursum contratto in sus (eccetto susque) come sustineo, sustollo, suspendo, suspicio ec. ec., vengano infatti da sub (terza preposizione terminata in b, come ob ed ab), e sieno originariamente substineo, substollo ec., introdotta la s per proprietà di lingua; e vagliano tener di sotto, innalzar di sotto, cioè esprimano l’azione che si fa di sotto in su, come in ispagnuolo subir non vale già scendere o andar sotto, ma salire, cioè andare di sotto in su. Cosí spesso il latino subire. Vedi Forcellini, nel [p. 128modifica]quale troverai ancora subvenio per supervenio. Vedi p. 3558. Subrepere nel luogo di Plinio citato dal Forcellini , voc. Sauroctonus, non è propriamente altro che repere di sotto in su, poiché questo è (s’io ben mi ricordo) quel che fa la lucerta nell’Apollo Saurottono del museo pio-clementino, la quale non repit clam, ma scopertamente, e non iscende ma salisce su per un albero. Plinio poi usò il tema repere come appropriato alla lucerta, ch’é quasi un reptile. Il detto Apollo è certo una copia di quel di Prassitele, di cui Plinio. Del resto, l’inserimento della s trovasi ancora dopo altre preposizioni, ed appunto al caso nostro fanno destino e praestino fratelli carnali di obstino, fatti da de o prae e da teneo (vedi Forcellini in Destino e Praestino) e non già da un sognato stino, come vogliono alcuni. E questi due verbi eziandio spettano alla categoria di cui parliamo, massime che essi, e