Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2999
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* Alla p. 2906. Bell’effetto fanno nell’Aminta e nel Pastor fido, e massime in questo, i cori, benché troppo lambiccati e peccanti di seicentismo, e benché non vi siano introdotti se non alla fine e per chiusa di ciascun atto. Ma essi fanno quivi l’offizio che i cori facevano anticamente, cioè riflettere sugli avvenimenti rappresentati, veri o falsi, lodar la virtú, biasimare il vizio, e lasciar l’animo dello spettatore rivolto alla meditazione e a considerare in grande quelle cose e quei successi che gli attori e il resto del dramma non può e non dee rappresentare se non come particolari e individue, senza sentenze espresse e senza quella filosofia che molti scioccamente pongono in bocca degli stessi personaggi. Quest’uffizio è del coro; esso serve con ciò ed all’utile e profitto degli spettatori che dee risultare dai drammi, ed al diletto che nasce dal vago della riflessione e dalle circostanze e cagioni spiegate di sopra (21 luglio 1823).