Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2977
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de’ versi e quantità delle sillabe che questi contengono, sí molto maggiormente perché le lingue moderne hanno bisogno d’assai piú parole che non la lingua greca e latina per significare una stessa cosa. Onde quando anche v’avesse qualche poema epico moderno che di parole eccedesse quelli d’Omero, credo però che tutti debbano consentire che nel numero, per cosí dire, o nella quantità delle cose niuno ve n’ha che non sia notabilmente minore di questi, o certo dell’uno d’essi, cioè dell’Iliade.
Ora ella è pur cosa mirabile ad osservare che lo spirito e la vena di Omero, l’uno tanto vivido, gagliardo e fervido e l’altra cosí ricca e feconda in ciascheduna parte, abbiano potuto reggere, lascio stare in due poemi, ma in un poema medesimo, per cosí lungo tratto. Perciocché tutti gli altri poeti epici, avendo tolto, qual piú qual meno, quale direttamente e quale indirettamente, qual piú visibilmente e qual piú copertamente da lui, e successivamente gli uni dagli altri di mano in mano, si vede tuttavia che non hanno