Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2965

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[p. 104 modifica] come il dolce a gustare. Egli non giudica allora, ma sente. Se dipoi sopra questa sensazione egli fonda e forma un giudizio e un’idea, come gli uomini sempre fanno, questa è venuta dalla sensazione, e non da un’idea innata, cioè da quella del bello che si suppone ideale. Bensí quella sensazione, in quanto piacevole, è venuta da una qualità innata e naturale in quel cieco, ma questa qualità non è un’idea; essa è una inclinazione e disposizione, né deriva né risiede né spetta punto per se all’intelletto. Nel quale, e non altrove, dovrebbe esistere e risiedere il bello ideale, s’egli esistesse. E nell’intelletto quindi debbono accadere gli effetti del vero bello veduto, e non altrove; e da esso derivarne le sensazioni. Ma nel caso [p. 105 modifica]nostro accade il contrario. L’idea è cagionata nell’intelletto dalla sensazione.


    Cosí discorrete del fanciullo. Il quale neanche si può cosí semplicemente dire che trovi piacevole a vedere la gioventú, appena e la prima volta ch’ei la vede; che gli paia, come si dice, bella assolutamente e per se, e piú bella della vecchiezza, al primo vederla.