Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2957

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[p. 100 modifica] oggidí non prima imparano a distinguere i suoni del proprio lor favellare che ad intendere i caratteri che li significano, né la distinta cognizione e idea di quelli è nelle menti loro per alcun tempo scompagnata dalla cognizione e dalla idea di questi.

Per le quali ragioni io dissi di sopra (p. 2953) che noi colla nostra mente rapportiamo sempre ciascun suono elementare della favella al corrispondente carattere dell’alfabeto, quante volte concepiamo nella mente nostra la distinta idea di qualsivoglia dei detti suoni; e non dissi al nome o vocabolo de’ medesimi.

Con queste considerazioni fra l’altre, e per questa via, si può facilmente comprendere e sentire che l’invenzione dell’alfabeto fu, si può dire, così difficile, ed è così maravigliosa come fu ed è l’invenzione della lingua. Perocché quel medesimo che dee farci maravigliare intorno alla lingua, cioè come sienosi potute avere idee chiare e distinte senza l’uso delle parole, e come inventar