<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2915&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20161203123132</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2915&oldid=-20161203123132
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 2915 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 74modifica] proprio, non v’é che uno stile per tutti, e questo consiste assai piú nelle sentenze che nelle parole; poco oramai si guarda allo stile nelle opere [p. 75modifica]che escono in luce, o se vi si guarda, ciò è piú per vedere s’egli segue l’uso e la forma di stile universalmente accettata o no: se la segue, non si parla del suo stile; se non la segue, allora solo il suo stile dà nell’occhio, e per lo piú è ripreso, e ordinariamente con ragione. La differenza ch’é in questo particolar dello stile fra la lingua francese e l’altre moderne, si è che se in quella lo scrittore non ha stile proprio, egli è perché la lingua n’ha un solo; se il suo stile non è vario, egli è che la lingua non ha varietà di stile. Ma nelle altre lingue il difetto viene dallo scrittore: egli è che manca di varietà di stile, e non la lingua, e s’ei non ha stile proprio, egli può averlo; almeno la lingua sua non glielo impedisce; ma ei non ha stile proprio, perché un solo stile ha non la sua lingua, che molti ne ammette, ma, per cosí dire, la lingua europea, ossia l’uso e lo spirito universale della letteratura e della civiltà