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74 pensieri (2913-2914-2915)

traffaresenza far violenza a se stessa e perfettamente, una lingua informe come l’ebraica o come una lingua selvaggia; il che non è possibile alle lingue formate, né fu possibile in greco e in latino contraffar nelle traduzioni letterali la lingua ebraica, senza violentare e snaturare affatto  (2914) il greco e il latino, come fu fatto, e come accade altresí nelle lingue moderne che hanno (se alcuna ne ha) traduzioni letterali della scrittura, fatte o sull’ebraico o sul letterale greco o latino o d’altra lingua moderna (7 luglio 1823).


*    Alla pagina antecedente. Questa spiritualizzazione della società essendo oggidí universale, è altresí universale l’effetto che ho detto esserne seguíto nella lingua francese, cioè che lo stile degli scrittori moderni di qualsivoglia lingua non differisca oramai se non se ne’ sentimenti, e consista tutto nelle cose. E in verità, quanto allo stile propriamente detto, v’é minor divario oggidí fra due scrittori di due lingue disparatissime e in diversissime materie, che non v’era anticamente fra due scrittori contemporanei, compatriotti, d’una stessa lingua e materia (pongasi per esempio Platone e Senofonte). Lascio poi quanta poca varietà di stile si possa trovare in uno stesso scrittore. Gli stili de’ moderni non si diversificano se non per le sentenze. Anzi tutti gli scrittori e tutte le opere escono, quanto allo stile, da una stessa scuola, vestono d’uno stesso panno, anzi hanno una sola fisonomia, una sola attitudine, gli stessi gesti e movimenti, le stesse fattezze e circostanze esteriori; solo si distinguono l’une dall’altre perché dicono diverse cose, benché collo stesso tuono e modo di recitazione. Sicchè, proporzionatamente, accade oggi nel mondo civile quel medesimo che ho detto accadere in Francia; quasi niuno scrittore ha stile  (2915) proprio, non v’é che uno stile per tutti, e questo consiste assai piú nelle sentenze che nelle parole; poco oramai si guarda allo stile nelle opere