<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2897&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20161007113438</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2897&oldid=-20161007113438
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 2897 Giacomo LeopardiXIX secoloZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 63modifica] arrivare ad eseguire quest’opera naturale, e debita alla sua essenza, e propria di essa, quest’opera senza la quale egli non avrebbe mai corrisposto alla sua natura particolare, né all’intenzione della natura in generale, e condannasse espressamente tanta moltitudine e tante generazioni d’uomini, quante dovettero passare prima che fosse trovata una lingua, altre a non sapere né potere in alcun modo fare, altre a non poter fare se non se imperfettissimamente, quello che l’uomo doveva pur sapere e potere compiutamente fare per sua propria natura? E poiché l’uomo senza la lingua non sarebbe uscito mai del suo stato primitivo purissimo, e la lingua è il principale e piú necessario istrumento col quale egli ha operato ed opera quello che si chiama suo perfezionamento; e se d’altronde tanto è per ciascuna cosa il ben essere, quanto l’esser perfetta, né si dà per veruna specie di enti felicità veruna senza la perfezione [p. 64modifica]perfezioneconveniente ad essa specie; è egli possibile che se questa che si chiama perfezione dell’uomo fosse veramente tale, e destinatagli dalla natura, essa natura nel formar l’uomo