<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2874&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20141129135902</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2874&oldid=-20141129135902
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 2874 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 48modifica] di lei; ma la lingua francese pronunziata, ch’è pure insomma quanto dire la vera lingua francese, n’è tanto diversa, [p. 49modifica]anzi dissimile, che appena si può riconoscere questa figliuolanza. E degli stessi vocaboli latini che i francesi conservano, e sono assaissimi, gran parte e forse la maggiore, pronunziati, riescon tali, che guardandoli nella sola pronunzia non s’indovinerebbe mai la loro origine, né mai si piglierebbero per nati da tali o tali vocaboli latini; laddove questa origine si riconosce a prima vista leggendo quei vocaboli scritti. E veramente se la scrittura francese non fosse cosí diversa dalla pronunzia, io credo che oramai la notizia della piú parte delle origini di questa lingua sí moderna, sarebbe perduta, o in preda delle dissertazioni, delle congetture e delle favole. Mentre ella si conserva per solo benefizio della diversità e irregolarità anzi assurdità della scrittura, e in questa si conserva chiarissima e certissima e visibilissima, e tanto piú visibile quanto la scrittura piú è diversa dalla pronunzia, perché tanto piú è simile al latino. Tanto si è mutata la lingua latina sulle bocche francesi per l’uso avuto co’ popoli settentrionali, e forse ancora in gran parte ancor prima, per la natura del