<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2870&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20161007113138</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2870&oldid=-20161007113138
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 2870 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 46modifica] di modello e di guida la scrittura latina, che apparteneva all’unica letteratura che si conoscesse quando prima si cominciarono a formare e regolare le moderne ortografie, anzi era altresí quasi l’unica scrittura nota, perché le lingue moderne poco fino allora s’erano scritte, e quando conveniva scrivere s’era per lo piú scritto in latino, benché barbaro. Ora la pronunzia francese è tra le pronunzie delle lingue nate dalla latina quella che piú s’è discostata dal latino. Ond’è che la lingua francese è altresí fra queste lingue la piú diversa dalla madre, cosí di spirito, di costruzioni, di maniere, di frasi, e di assai vocaboli, come di suoni. 1 Egli è certissimo che da principio la lingua francese si pronunziava nel modo stesso che [p. 47modifica]si scriveva, ossia la pronunzia delle sillabe nelle parole francesi corrispondeva al valore che avevano nell’alfabeto le lettere con cui esse parole si scrivevano. I versi che si trovano ancora de’ poeti provenzali, pronunziavansi indubitatamente in questo modo o con poca differenza, come ne fa fede la loro misura, le loro rime ec. che si perderebbero l’une e l’altra pronunziando quei versi altramente o alla moderna. Ma le irruzioni e i commerci de’ settentrionali