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46 pensieri (2869-2870)

nati. E cosí accade anche ai ben dotti, che però non abbiano pratica di quel tale autore e vi sieno principianti o che ne leggano qualche passo spezzato. Certo non prima si arriva a pienamente e propriamente intendere qualunque autor greco che si abbia presa pratica del suo particolar vocabolario e de’ significati di questo: e tal pratica è necessario di farla in ciascuno autore che si prende nuovamente o dopo lungo intervallo a leggere: benché in alcuni costa piú in altri meno, e in certi costa tanto, che solo i lungamente esercitati e familiarizzati colla lezione e studio di quel tale autore sono capaci di bene intenderne e spiegarne la proprietà delle voci e frasi, e della espressione sí generalmente, sí in ciascun passo. Insomma, questi solo conoscono la sua grecità, la quale, si può dire, in ciascuno autor greco piú o meno è diversa (1 luglio 1823).


*    Non è maraviglia che la scrittura francese sia cosí diversa dalla pronunzia. Come altrove ho detto, a tutte le ortografie delle lingue figlie della latina, ed anche, almeno in parte, della inglese e della tedesca, serví  (2870) di modello e di guida la scrittura latina, che apparteneva all’unica letteratura che si conoscesse quando prima si cominciarono a formare e regolare le moderne ortografie, anzi era altresí quasi l’unica scrittura nota, perché le lingue moderne poco fino allora s’erano scritte, e quando conveniva scrivere s’era per lo piú scritto in latino, benché barbaro. Ora la pronunzia francese è tra le pronunzie delle lingue nate dalla latina quella che piú s’è discostata dal latino. Ond’è che la lingua francese è altresí fra queste lingue la piú diversa dalla madre, cosí di spirito, di costruzioni, di maniere, di frasi, e di assai vocaboli, come di suoni. 1 Egli è certissimo che da principio la lingua francese si pronunziava nel modo stesso che

  1. Vedi p. 2989.