[p. 9 modifica] continuativo di quello di cumbere (inusitato, fuorché nella voce cubui ec. e cubitum che ora s’attribuiscono a cubare), incumbere, accumbere ec., tanto che ogni volta che si dee esprimere azione continuata si usano immancabilmente quelli e non questi (come anche viceversa nel caso opposto), e appena si troverà buono esempio del contrario, quale potrebb’esser quello di Virgilio, Aen. II, 513-14, Ingens ara fuit; juxtaque veterrima laurus Incumbens arae, invece d’incubans. 2o, educare, continuativo di educere quanto al significato. 3o, jugare parimente di jungere, e cosí conjugare, abiugare, deiugare, e s’altro composto ve n’ha. 4o, dicare similmente di dicere, e cosí i composti judicare, di ius dicere, dedicare, praedicare, abdicare ec. Vedi p. 3006. 5o, labare di labere inusitato, cioè labi deponente. È noto che questi verbi della terza hanno anche i loro continuativi formati regolarmente da’ loro participii, ma con significato diverso da quello de’ soprascritti verbi della prima, sebbene anch’esso continuativo; come dicere ha pur dictare e dictitare; ducere, onde educere, ha ductare e ductitare; jungere ha nel basso latino e nello spagnuolo junctare (noi volgarmente aggiuntare, i francesi ajouter); labi o labere ha pur lapsare. Cubitare, accubitare ec. possono venire da accubatus