(2813-2814-2815) |
pensieri |
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anomali) appartenenti alla prima congiugazione, sono fatti dal participio o dal supino del verbo originale, come ho dimostrato. Nondimeno io trovo alcuni pochi verbi, pur della prima maniera, i quali sono evidentemente fratelli o figli di altri verbi della terza, ed hanno una significazione evidentemente continuativa della significazione di questi, ma non sono fatti da’ loro participii. Quelli che io ho osservati sono, 1o, cubare, co’ suoi composti accubare, incubare, decubare, secubare, recubare ec., il significato de’ quali è manifestissimamente (2814) continuativo di quello di cumbere (inusitato, fuorché nella voce cubui ec. e cubitum che ora s’attribuiscono a cubare), incumbere, accumbere ec., tanto che ogni volta che si dee esprimere azione continuata si usano immancabilmente quelli e non questi (come anche viceversa nel caso opposto), e appena si troverà buono esempio del contrario, quale potrebb’esser quello di Virgilio, Aen. II, 513-14, Ingens ara fuit; juxtaque veterrima laurus Incumbens arae, invece d’incubans. 2o, educare, continuativo di educere quanto al significato. 3o, jugare parimente di jungere, e cosí conjugare, abiugare, deiugare, e s’altro composto ve n’ha. 4o, dicare similmente di dicere, e cosí i composti judicare, di ius dicere, dedicare, praedicare, abdicare ec. Vedi p. 3006. 5o, labare di labere inusitato, cioè labi deponente. È noto che questi verbi della terza hanno anche i loro continuativi formati regolarmente da’ loro participii, ma con significato diverso da quello de’ soprascritti verbi della prima, sebbene anch’esso continuativo; come dicere ha pur dictare e dictitare; ducere, onde educere, ha ductare e ductitare; jungere ha nel basso latino e nello spagnuolo junctare (noi volgarmente aggiuntare, i francesi ajouter); labi o labere ha pur lapsare. Cubitare, accubitare ec. possono venire da accubatus (2815) inusitato e da accubitus ec. e quindi essere derivativi, cosí di accumbere come di accubare. Ma questo, con tutti i suoi