Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2775
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da φάω o φάσκω πιφάσκω o πιφαύσκω, da τρόω τιτρώσκω, da τράω τιτράω o τιτράινω o τίτρημι, da θέω τίθημι, da πλήθω πίμπλημι o πιμπλάω o πιμπλάνω o πίπλημι, da τείνω e da τίω o da τίνω τιταίνω, da βάω, βῆμι, βαίνω βιβάω o βίβημι, o βιβάσθω, da χράω κιχράω o κίχρημι, da ὄνημι ὀνίνημι, da καλέω κικλήσκω, da πρήθω ec. πίμπρημι ec., da μνάω μιμνήσκω, da δράω διδράσκω, e mille altri. I latini conservarono il puro do. Cosí da λήθω λανθάνω. I latini lateo. Così da λήβω λαμβάνω, da λήχω λαγχάνω, da τεύχω τυγχάνω, da μήθω μανθάνω, da δάρθω δαρθάνω, da βάω βαίνω, da πετάω πεταννύω o πετάννυμι, da χάζω χανδάνω, da φάω φαίνω o φαείνω e simili, da ἵζω ἱζάνω, da ἐρύκω ἐρυκάνω ec., da δύο δύνω, da διώκω ἀμύνω, διωκάθω ἀμυνάθω, da κιχέω κιχάνω, da εἴκω εἰκάθω, da ἴσχω ἰσχάνω e ἰσχανάω, da βλάστω βλαστάνω, ἁμαρτάνω, ἐρυγγάνω, οἰδάνω. . Cento forme e figure avevano i greci (o provenienti dalla varietà e proprietà de’ dialetti, o d’altronde) sí di alterare, come di accrescere gli elementi de’ loro temi. Non cosí i latini. Quindi i loro temi o sono monosillabi, o piú facili da ridursi alla radice monosillaba. Vedi p. 2811.
2o, Molte radici (o primitive o secondarie) di vocaboli greci che non si trovano nel greco o non sono in uso, quantunque lo fossero già, si conservano nel latino, e sono usitate. Può servir d’esempio la voce do, radice del verbo δίδωμι, il quale non è né anomalo né difettivo come ho detto di sopra. Ma δίδωμι è veramente lo stesso do (non un suo derivato) alterato, cioè duplicato ed inflesso alla maniera greca. ῾Αρπάζω si è un vero derivato di ἄρπω, il quale però non si trova ne’ greci, o è rarissimo e solamente poetico. Ben si trova il suo participio femminile sostantivato ἆρπυιαι, che nella seconda iscrizione triopea è