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424 | pensieri | (2774-2775) |
Viceversa saranno ben pochi quei verbi anomali o difettivi latini il cui proprio puro e vero tema, disusato in latino, o le cui voci che in latino sieno o perdute o irregolari, si conservino, e regolari, nell’uso greco universale d’ogni buon secolo e d’ogni genere di scrittura. Tale, per esempio, sarebbe il verbo μνάω, tema di memini (il qual memini è fatto per duplicazione della m, come in greco μέμνημαι) e come molti preteriti latini, cecini, cecidi, dedi, steti, fefelli, poposci, pepuli, tetuli antico, da tulo o tollo, tetigi, pepigi, peperci, cecīdi, spopondi, dedidi, tetendi, peperi, totondi, pependi, didici (vedi Gellio, VII, 9) ec. Di questo verbo μνάω si conservano alcune voci nel greco, ma piuttosto presso i poeti che altrove: e dubito che in alcun luogo si trovi esso tema μνάω. Puoi vedere la p. 3691.
E qui osservo che la lingua latina conserva ordinariamente i suoi temi piú semplici e puri cioè composti di minor numero di lettere, che non fa la lingua greca. Il che si può vedere e per gli esempii sopraddotti, e per alcuni che s’addurranno, e per moltissimi che si potrebbero addurre. Per esempio, da δῶ o δόω, i greci, per la solita duplicazione o anadiplasiasmo, oltre l'inflessione in μι, fecero δίδωμι; come da περάω πιπράσκω, (2775) da φάω o φάσκω πιφάσκω o πιφαύσκω, da τρόω τιτρώσκω, da τράω τιτράω o τιτράινω o τίτρημι, da θέω τίθημι, da πλήθω πίμπλημι o πιμπλάω o πιμπλάνω o πίπλημι, da τείνω e da τίω o da τίνω τιταίνω, da βάω, βῆμι, βαίνω βιβάω o βίβημι, o βιβάσθω, da χράω κιχράω o κίχρημι, da ὄνημι ὀνίνημι, da καλέω κικλήσκω, da πρήθω ec. πίμπρημι ec., da μνάω μιμνήσκω, da δράω διδράσκω, e mille altri. I latini conservarono il puro do. Cosí da λήθω λανθάνω. I latini lateo. Così da λήβω λαμβάνω, da λήχω λαγχάνω, da τεύχω τυγχάνω, da μήθω μανθάνω, da δάρθω δαρθάνω, da βάω βαίνω, da πετάω πεταννύω o πετάννυμι, da χάζω χανδάνω, da φάω φαίνω o φαείνω e simili, da ἵζω ἱζάνω, da ἐρύκω ἐρυκάνω ec., da δύο δύνω, da διώκω ἀμύνω, διωκάθω ἀμυνάθω, da κιχέω κιχάνω, da