Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2659

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[p. 359 modifica] una inmutabilis et aeterna: quae prima inpulit etiam ut suspiceremus in caelum, nec frustra siderum motus intueremur, dinumerationibusque noctium ac dierum.... (desunt reliqua) Cicero, de re publica, l. III, c. 2, Romae, 1822, p. 218-9 (22 dicembre 1822).


*   Il verbo sum ebbe antichissimamente un participio presente e questo non fu il piú moderno ens entis, conservato ancora nella nostra lingua, e nella spagnuola, ma sens sentis. Testimonio le voci prae-sens, ed ab-sens, e con-sens, la quale ultima in verità non è altro che la preposizione cum congiunta al participio presente di sum, e vale qui simul est, onde Dii Consentes, Dii qui simul sunt. Vedi Forcellini in Consens, praesens ec. Quindi si fortifica la mia conghiettura e che il verbo sum avesse anche un participio passato, in us, come anticamente l’avevano gli altri neutri ed anche gli attivi in senso attivo (per esempio peragratus, cioè qui peragravit, da peragro attivo), e che questo incominciasse per s, onde da esso fosse