<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2612&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20151205204440</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2612&oldid=-20151205204440
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 2612 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 334modifica] a dir che lo scrittore non è padrone di dir nel suo stile tutto ciò che [p. 335modifica]vuole o che gli bisogna dire o di dirlo pienamente e perfettamente: e anche questo si fa sentire al lettore. Perciocché spessissimo occorrendo loro molte cose che farebbero all’argomento, al tempo, ec., che sarebbero utili o necessarie in proposito, e ch’essi desidererebbero dire, e concepiscono perfettamente, e forse anche originalmente, e che darebbero luogo a pensieri notabili e belli; essi scrittori, ben conoscendo questo, tuttavia le fuggono o le toccano di fianco e di traverso e se ne spacciano pel generale o ne dicono sola una parte, sapendo ben che tralasciano l’altra, e che sarebbe bene il dirla, o in somma non confidano o disperano di poterle dire o dirle pienamente nel loro stile. La qual cosa non è mai accaduta ai veri grandi scrittori ed è mortifera alla letteratura. E per ispecificare: i detti scrittori sono e si mostrano sicuri di non dare nel francese (cioè in quel cattivo italiano che è proprio del nostro tempo, e quindi naturale anche a loro, anzi solo naturale), ma non sono né si mostrano sicuri di