<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2603&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20151205204349</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2603&oldid=-20151205204349
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 2603 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 329modifica] all’uomo per via di ragionamento? Cavar dalle ceneri e altre materie la cui specie esteriore è toto coelo distante dalla forma e qualità del vetro (Vedi l’Arte Vetraria d’Antonio Neri) un corpo traslucido, fusibile, configurabile a piacimento ec. ec. può mai essere stato a principio insegnato da altro che da uno o piú semplicissimi e assolutissimi casi? Ora quanta parte abbia l’uso del vetro nell’uso della vita e delle comodità civili, com’esso appartenga al numero dei generi necessari, come abbia servito alle scienze, quante immense e infinite scoperte si sieno fatte in ogni genere per mezzo de’ vetri ridotti a lenti ec. ec. ec., quanto debbano al vetro l’astronomia, la notomia, la nautica (tanto giovata e promossa dalla scoperta dei [p. 330modifica]satelliti di Giove fatta col telescopio ec.), tutte queste cose mi basta accennarle. Ma le accenno affinché si veda che quando anche le successive scoperte, perfezionamenti ec. fatti, acquistati ec. intorno al vetro o per mezzo del vetro ec., non sieno stati casuali ma pensati (sebbene l’invenzione dell’occhiale e del cannocchiale si dice che fosse a caso); contuttociò si debbono