<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/260&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20130712191945</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/260&oldid=-20130712191945
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 260 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 349modifica] raccendono l’entusiasmo; e non trattando né rappresentando altro che la morte, le rendono, almeno momentaneamente, quella vita che aveva perduta. E cosí quello che veduto nella realtà delle cose accora e uccide l’anima, veduto nell’imitazione o in qualunque altro modo nelle opere di genio (come per [p. 350modifica]per esempio nella lirica, che non è propriamente imitazione), apre il cuore e ravviva. Tant’é, siccome l’autore che descriveva e sentiva cosí fortemente il vano delle illusioni, pur conservava un gran fondo d’illusione, e ne dava una gran prova col descrivere cosí studiosamente la loro vanità (vedi p. 214-215), nello stesso modo il lettore, quantunque disingannato e per se stesso e per la lettura, pur è tratto dall’autore in quello stesso inganno e illusione nascosta ne’ piú intimi recessi dell’animo ch’egli provava. E lo stesso conoscere l’irreparabile vanità e falsità di ogni bello e di ogni grande è una certa bellezza e grandezza che riempie l’anima, quando questa conoscenza si trova nelle opere di genio. E lo stesso spettacolo della nullità è una cosa in queste opere, che par che ingrandisca l’anima del lettore, la innalzi e la soddisfaccia di se stessa e della propria disperazione (gran cosa e certa madre di piacere e di entusiasmo e magistrale effetto della poesia, quando giunge a fare che il lettore acquisti maggior concetto di se e delle sue disgrazie e del suo stesso abbattimento e annichilamento di spirito). Oltracciò