<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2593&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20151205204131</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2593&oldid=-20151205204131
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 2593 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 323modifica] verità non dico che avesse vocabolari (sebbene ebbe forse parecchie nomenclature ec., come la greca col tempo ebbe i suoi libri detti ᾽Αττικισταὶ ec. ec.), e certo ebbe parecchi scrittori anteriori alla sua grammatica (fra’ quali, se vogliamo porre Cicerone, sarà certo che questi furono i migliori); ma la grammatica essa già l’aveva in quella della lingua greca, studiando la qual lingua [p. 324modifica]per principii e nelle scuole ec. (cosa che i greci non avevano mai fatto con altra lingua del mondo) necessariamente i latini imparavano le regole universali della grammatica e l’analisi esatta del linguaggio, e applicavano tutto ciò alla lingua loro; lasciando star gl’infiniti libri di grammatica greca che già s’avevano dal tempo de’ Tolomei in giú. Quindi la lingua latina, per antica, riuscí meno libera e meno varia d’ogni altra. Laddove la lingua italiana scritta primieramente da tanti che nulla sapevano dell’analisi del linguaggio (poco o nulla studiando altra lingua e grammatica, come sarebbe stata la latina), venne, per lingua moderna, similissima di ricchezza e d’onnipotenza alla greca. La lingua tedesca ha veramente