Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2508

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[p. 281 modifica] e letteratura nazionale, ma per tutt’altra cagione e fine e con tutt’altro effetto che l’eleganza e l’arricchimento loro. Quanto all’arricchimento, questo è il punto in cui la lingua nazionale comincia a scadere e scemare sensibilmente e impoverirsi e indebolirsi fino al segno che, dimenticate e antiquate la maggiore o certo grandissima parte delle sue voci e modi e anche delle sue facoltà, ella non ha piú forza né capacità di supplire ai bisogni del linguaggio e di fornire un discorso del suo, senza ricorrere al forestiero (e la nostra lingua è già vicina a questo segno, non solo per le ricchezze proprie ch’avrebbe dovuto venire acquistando, e non l’ha fatto, ma anche per quelle infinite ch’aveva già, ed ha perdute, e molte irrecuperabilmente). E cosí dico della letteratura.


     Quanto poi all’eleganza, quelle voci e modi, non essendo piú pellegrini, non sono piú eleganti. Anzi non c’é cosa piú volgare e ordinaria di quelle voci e modi forestieri. Come accade appunto in Italia oggidí, che non si può né parlare né scrivere in un italiano piú volgare e corrente, che parlando e scrivendo in un italiano alla francese.