<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2476&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20150925102559</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2476&oldid=-20150925102559
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 2476 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 263modifica] dove è oggi in qualsivoglia nazione o lingua, non dico un Cicerone (quell’eterno e supremo modello d’ogni possibile perfezione in ogni genere di prosa), non dico un Tito Livio, ma uno scrittore che nella lingua e nel gener suo abbia tanto valore, quanto n’ha qualunque non degli ottimi, ma pur de’ buoni scrittori greci o latini? E dov’é poi un numero di scrittori, non dico ottimi, ma buoni, uguale a quello che n’hanno i greci e i latini? Trovatemelo, se potete, ponendo insieme tutti i migliori scrittori di tutte le nazioni letterate, dal risorgimento delle lettere sino a oggidí. E dico buoni precisamente in quel che spetta all’arte del comporre, e del saper dire una cosa e trattare un argomento con tutta la perfezione di quest’arte. Dico [p. 264modifica]buoni quanto alla lingua loro, qualunqu’ella sia, e perfetti in essa e padroni, come fu Cicerone della latina o come lo furono gli altri scrittori latini e greci, men grandi di Cicerone in questo e nel rimanente, ma pur buonissimi e classici.