Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2471
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al τῇ ταμία di Senofonte Οικονομικοῦ, c. 9, art. 10: ταῦτα δὲ τῇ ταμίᾳ παρεδώκαμεν. E che anche Cicerone l’abbia detto in femminino, e non verbigrazia promo, apparisce da quel che segue: eamque admonuimus etc., cioè promam. Questo errore è anche nella mia edizione di Columella, l. XII, c. 3 (forse al 4), dov’é portato il detto passo (10 giugno 1822).
* Alla inclinazione da me piú volte notata e spiegata, che gli uomini hanno a partecipare con altri i loro godimenti o dispiaceri e qualunque sensazione alquanto straordinaria, si dee riferire in parte la difficoltà di conservare il secreto che s’attribuisce ragionevolmente alle donne e a’ fanciulli, e ch’é propria altresí di qualunque altro è meno capace o per natura o per assuefazione di contrastare e vincere e reprimere le sue inclinazioni. Ed è anche proprio pur troppe volte degli uomini prudenti ed esercitati a stare sopra se stessi, i quali ancora provano, se non altro, qualche difficoltà a tenere il segreto e qualche voglia interna di manifestarlo (anche con danno loro), quando sono sull’andare del confidarsi con altrui o semplicemente del conversare o discorrere