Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2462

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[p. 255 modifica] ne vadano molto lungi: ma se ciò fosse, verrebbe dalla dimora dell’Alamanni in Francia. Vedi p. 2466.

Insomma, la lingua italiana pericolava di stabilirsi e radicarsi irreparabilmente in quella stessa imperfezione d’ortografia, in cui si veniva formando, e poi per sempre si radicò, la lingua francese. Fortunatamente non accadde, anzi ell’ebbe la piú perfetta ortografia moderna: non lettere scritte, le quali non si pronunzino: non lettere che si pronunzino e non si scrivano: ciascuna lettera scritta, pronunziata sempre e in ogni caso, come si pronunzia recitando l’alfabeto ec. Vedi p. 2464.


     Cagioni di questo vantaggio furono l’infinita capacità, acutezza e buon gusto d’infinite persone in quel secolo e l’altre circostanze ch’ho notate altrove. Alle quali si può e si dee forse aggiungere che i suoni della lingua latina, e generalmente la pronunzia e l’uso di essa, sopra la cui ortografia si formava naturalmente la nostra, era molto meno diverso dall’uso e pronunzia nostra e spagnuola, di quel che sia dal francese.