[p. 236 modifica] colla natura per questo? Ella è cieca e sorda verso te, e tu verso lei. Non basta al sentimento e al desiderio innato di quasi tutti i viventi che li porta verso il loro simile, il figurarsi che le cose vivano, ma solamente che vivano di vita simile per natura alla propria. Tolta questa non v’é società fra viventi, come non vi può esser società fra cose dissimili, e molto meno fra cose che in nessun modo si possono intendere l’une coll’altre, né comunicarsi alcun sentimento, né farsi scambievolmente verun segno di se, e neppur concepire o formarsi nessuna idea del genere di vita l’una dell’altra. Fra le bestie e l’uomo non è di gran lunga cosí, e perciò qualche società può passare e passa fra questo e quelle, e maggiore, quanto piú la loro vita e il loro spirito è simile al nostro, e quanto piú esse mostrano di concepire le cose nostre, e noi le loro; e maggiore eziandio