<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2418&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20150904133600</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2418&oldid=-20150904133600
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 2418 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 228modifica]alle regole dialettiche delle frasi, delle forme e generalmente del discorso. Osservate tutte le lingue chiamate belle, antiche e moderne, greca, latina, italiana, spagnuola: in tutte troverete non altra bellezza propriamente che ardire e questo ardire non posto in altro che nelle cose sopraddette. Osservate anche gli scrittori chiamati belli ed eleganti in ciascuna di tali lingue e paragonateli con quelli che non lo sono. Osservate per se, ciascuna frase, forma ec., chiamata bella ed elegante, e paragonatela ec. Non v’é lingua bella che non sia lingua poetica, cioè non solo capace, anzi posseditrice d’una lingua distintamente poetica (come l’hanno tutte le suddette e come non l’ha la francese), [p. 229modifica]ma poetiche, generalmente parlando, eziandio nella prosa, benché senza affettazione; vale a dir poetiche in quanto lingue e non quanto allo stile, come sono sconciamente e discordantissimamente poetiche tutte le prose francesi. Or lingua poetica è lingua non matematica,