Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2413

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[p. 225 modifica] al corpo, cioè alla parte torpida e grave; acquista egli e viene di secolo in secolo necessariamente accrescendo la forza e il sentimento dell’amor proprio, e quindi di secolo in secolo divien piú e piú inevitabilmente infelice. Dal che segue che l’uomo, come dicono, perfezionato, è, per essenza [p. 226 modifica]umana e per ordine generale della natura, piú infelice del naturale e tanto piú quanto è piú perfezionato. E cosí l’infelicità dell’uomo è sempre in ragion diretta degli avanzamenti del suo spirito, cioè della civiltà, consistendo essa negli avanzamenti dello spirito e non potendo dire alcuno che il corpo dell’uomo si sia perfezionato mediante di essa. Anzi è manifestamente scaduto da quel ch’era nell’uomo naturale, in cui la preponderanza del corpo o della materia tenea piú basso e men vivo il sentimento e quindi l’amor proprio e quindi l’infelicità.

In uno stesso secolo, essendo altri piú raffinato, cólto ec. di spirito, altri meno, segue