<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2406&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20150904152025</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2406&oldid=-20150904152025
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 2406 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 221modifica] di avere in mano bastanti comparazioni per potere affermare che ne’ paesi piccoli e fra gli uomini e le società di piccolo spirito si apprende assai piú della natura umana e sí del carattere generale sí de’ caratteri accidentali degli uomini, di quello che si possa fare nelle grandi città e nella perfetta conversazione. Perché, oltre che [p. 222modifica]in queste gli uomini son sempre mascherati e d’apparenze lontanissime dalla sostanza e dai caratteri loro individuali; oltre che sono tanto piú lontani dalla natura e dal vero carattere generale dell’uomo, e lo sono, non solo per finzione, ma anche per carattere acquisito; il principale è che son tutti appresso a poco d’una forma, sí ciascuno di essi, come ciascuna di tali società rispetto alle altre. Laonde, veduto e conosciuto un uomo solo, si può dir che tutti, poco piú poco meno, sieno veduti e conosciuti. Al contrario di quel che succede nelle città piccole e nella piccola società, dove non è individuo che non offra qualche nuova scoperta circa le qualità di cui la natura umana è capace Maggior varietà si trova fra questi tali uomini che nelle stesse campagne o fra’ selvaggi, o non inciviliti ec.,