<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2262&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20150904143616</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2262&oldid=-20150904143616
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 2262 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 135modifica] poste nelle circostanze contrarie, ancorché meno ingegnose e meno cattive ec. L’esperienza quotidiana lo dimostra. Né solo nelle donne, ma anche negli uomini, o deboli o poveri o brutti o difettosi o non cólti o inferiori per qualunque verso agli altri con cui trattano, come sono i cortigiani avvezzi a trattare con superiori, e però sempre furbi e ingannatori e simulatori ec. Né solo degli uomini, ma delle nazioni intere (come quelle [p. 136modifica]soggette al dispotismo), delle città o provincie, delle famiglie ec., lo dimostra la storia, i viaggi ec. ec. E, cambiate le circostanze e i tempi, quella stessa nazione o città o individuo maschio o femmina perde, minora, acquista, accresce l’astuzia e la doppiezza, che si credono proprie del loro carattere, quando si osservano superficialmente. I selvaggi ordinariamente son doppi, impostori, finti verso gli stranieri piú forti di loro fisicamente o moralmente. Ed osservate che la furberia è propria dell’ingegno. Ora ell’é spessissimo maggiore appunto in chi ha svantaggio