Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2230

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[p. 118 modifica] propria, ben radicata nella di lui assuefazione ec. (6 dicembre 1821).


*    Quanto sia vero che la scienza ed ogni facoltà umana non deriva che da pure assuefazioni e queste, quando son relative in qualunque modo all’intelletto, hanno bisogno dell’attenzione. L’uomo di gran talento e avvezzo soprammodo ad attendere ed assuefarsi si trova bene spesso inespertissimo e ignorante di cose che i meno attenti e piú divagati animi conoscono ottimamente. Ciò viene perch’egli in tali cose non suol porre attenzione. Ho detto altrove ch’egli suol essere ignorantissimo di tutte le arti ec. della buona compagnia. Osservatelo ancora nel senso materiale del gusto. Gl’ignoranti l’avranno finissimo e capacissimo di discernere le menome differenze, pregi, difetti de’ sapori e de’ cibi. Egli al contrario, e se talvolta vi attende, si maraviglia di non capir nulla di ciò che gli altri conoscono benissimo e gli dimostrano. Eppur questo è un senso materiale. Ma non esercitato da lui con l’attenzione,