<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2209&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20150904134228</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2209&oldid=-20150904134228
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 2209 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 107modifica] piú facilmente e prontamente degli altri. E per due cagioni: 1,o Perché piú soffre essendo piú sensibile, onde le cause dell’assuefazione che sono l’esercizio e la ripetizion delle sensazioni, essendo in lui maggiori che negli altri, piú presto la cagionano. Oltre ch’egli piú vivamente le sente, ond’é soggetto a sventure maggiori e per numero e per grado di forza ec.; 2,o Perch’egli è anche per se stesso e indipendentemente dalle circostanze piú assuefabile degli altri (massime a questi generi di cose). Ond’egli impara la sventura piú presto degli altri, come gli uomini di talento (che per lo piú sono anche di sentimento) imparano le discipline o quella tale a cui sono inclinati ec., piú presto degli altri e piú presto e facilmente intendono, concepiscono ec., perché piú attendono ec. Quindi è che gli uomini di poco o mediocre sentimento, e generalmente i mediocri spiriti, [p. 108modifica]dopo un numero o una massa di sventure, maggiore assai di quella che ha bastato ad assuefare e