[p. 102 modifica] strettamente vietata dalla lingua francese allo stile ec. dell’individuo, se non pochissima, che a’ francesi pare gran cosa, come la lingua di Bossuet. Perocché è molto una piccola differenza, in una nazione, in una letteratura, in una lingua, avvezza e necessariamente conducente all’uniformità, che non può essere alterata se non se menomamente, senza dar bruttamente negli occhi e uscir de’ limiti del lecito. Laddove nella lingua italiana lo scrittore individuo può essere uniforme agli altri e difforme se vuole, anzi tutt’altro, e nuovissimo e originalissimo, senza lasciar di essere e di parere italiano e ottimo italiano e insigne nella lingua. Ciascuno colla lingua italiana si può aprire una strada nuovissima, propria, ignota e far maravigliare i nazionali di parlare una lingua che si possa esprimere in modo sí differente dal loro e da loro non mai pensato,