<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2188&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20150620181341</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2188&oldid=-20150620181341
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 2188 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 96modifica] in senso almeno confusamente frequentativo e simile a quello de’ verbi in itare. Ma io ho dimostrato splendidamente il significato proprio [p. 97modifica]continuativo di tanti verbi cosí come ho detto formati, ho distinto cosí evidentemente il significato continuativo, l’azione continuata ec. dalla frequente, che già non si può mettere in dubbio l’esistenza di verbi, e non pochi, tenuti fin qui per frequentativi ec., i quali sono di senso manifestamente continuativo, secondo le distinzioni da me notate, e diversissimo dal frequente ec. Resterebbe che, riconoscendo questo, si negasse ai verbi, cosí come io dico formati, la proprietà essenziale di tali significazioni; queste si volessero supporre accidentali e tenere per non avvertite modificazioni o parti ec. del senso frequentativo; negare che gli antichi latini avessero una forma di verbi apposta per li significati continuativi e per continuare ec. il significato de’ loro verbi originarii